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Progetti sanitari

Sono mirati ad alleviare e curare, dove possibile, le conseguenze patologiche delle radiazioni nucleari sui bambini della Bielorussia; a promuovere il loro sviluppo fisico e psicologico con interventi di medicina preventiva, realizzazione di infrastrutture sanitarie, sostegno e aiuto ai bambini affetti da gravi malattie, formazione di professionisti sanitari su tecniche e protocolli di intervento sanitario.

Si articolano in vari progetti:

  • Progetto Mucoviscidosi, finalizzato ad interventi a favore dei bambini affetti da fibrosi cistica, si concreta nell’invio di farmaci essenziali per la loro sopravvivenza, nella stesura di protocolli per la formazione di personale medico locale e nell’accoglienza temporanea in Italia di bambini malati accompagnati dalle loro madri per periodi di cura
  • Progetto Gallia, che prevede l’installazione di riuniti dentistici (ad oggi sono 19) sul territorio bielorusso per favorire le cure necessarie e la loro periodica manutenzione tramite personale specializzato
  • Progetto Maxillo-facciale, destinato a sostenere la formazione di personale medico bielorusso in questa delicata specialità, attraverso stage in Italia realizzati con la collaborazione di strutture all’avanguardia come il S. Paolo di Milano e il Malpighi di Bologna
  • Progetto Audiolesi: opera principalmente nell’Internat di Vitebsk per bambini sordomuti. Dapprima attraverso l’accoglienza dei minori per vacanze terapeutiche, poi con la fornitura di ausili.
L’incidente di Chernobyl
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Progetti educativi

Vengono realizzati corsi di formazione professionale finalizzati a dare ai ragazzi senza famiglia un aiuto concreto.
  • Consistono nel progetto “Scuola Fabbrica” già funzionante negli istituti di Senno, Cernitsy e Oshmiany che hanno ottenuto da parte delle autorità Bielorusse il riconoscimento di “scuola sperimentale”. I ragazzi potranno ottenere l’attestato di qualifica nel settore agricolo/sericoltura e di allevamento, mentre per i corsi di taglio/cucito, falegnameria e informatica esisterà una formazione di base. Inoltre, il progetto “Scuola Fabbrica” mira a favorire la sinergia tra istituti in Bielorussia in modo che, scambiando esperienze e interessi, possano migliorare e legarsi al territorio e all’economia locale. Il progetto può contare sul supporto di numerosi comitati italiani che permettono agli allievi degli istituti e ai loro insegnanti di frequentare corsi in Italia presso scuole pubbliche ed aziende private. Tecnici italiani, inoltre, si recano in Bielorussia per continuare il meritevole lavoro di formazione.
  • Il progetto “Adozione Studenti Universitari” invece riguarda i giovani che decidono di proseguire il loro percorso formativo frequentando le Università bielorusse; nasce nel 1996 come conseguenza del progetto accoglienza, quando numerose famiglie italiane o comitati decisero di continuare a distanza il loro sostegno nei confronti dei minori accolti ora diventati giovani e di offrire loro la possibilità di proseguire gli studi mediante un contributo spese annuale in forma di borsa di studio. Ad oggi sono centinaia le borse di studio erogate.
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Progetti di sviluppo

Si finanziano attività e si realizzano infrastrutture che possano contribuire a rafforzare l’autonomia delle comunità locali e migliorare la qualità di vita dei ragazzi ospiti. Sono finalizzati a ridurre la dipendenza delle comunità dagli aiuti esterni.

Il progetto ha celebrato nel 2014 il proprio ventennale e annovera interventi in tutte le regioni della Bielorussia, culminate nella straordinaria ristrutturazione del reparto di Pediatria dell’Ospedale di Slavgorod, che ha visto impegnati una cinquantina di volontari nell’arco di un mese intero.

  • Il cuore di questa progettualità consiste nelle “Vacanze Lavoro
    Tecnici specializzati e operai italiani, tutti rigorosamente volontari, dedicano quindici giorni delle loro vacanze nella ristrutturazione di strutture igienico-sanitarie negli istituti da cui provengono i bambini ospitati con il fine esplicito di migliorare concretamente e durevolmente le loro condizioni di vita. La scelta degli istituti e delle loro necessità avviene sulla base delle segnalazioni che i membri dei comitati o del TIR della Speranza, nel corso delle loro visite in Bielorussia, riportano alla Fondazione.
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Progetti di sostegno

Si forniscono aiuti umanitari a comunità e istituzioni bielorusse per migliorare la qualità di vita dei bambini che vivono in condizioni di indigenza.

L’intervento si realizza, dopo aver appurato le necessità e tenendo presenti le tradizioni e le culture locali, con l’invio di cibo, vestiario, materiale igienico, sanitario e didattico.
La finalità è dare ai bambini che vivono nella miseria un sostegno concreto e mirato che contribuisca a ridare una speranza nel futuro e uno stimolo a reagire alle avversità.

  • I progetti TIR della Speranza, che costituisce una delle prime forme di aiuto avviate dalla Fondazione, e TIR Aiuti Personalizzati sono i capisaldi dei progetti di sostegno della Fondazione “Aiutiamoli a Vivere”.
  • Accanto ad essi è cresciuto nel tempo il “Progetto per la Vita” che consiste in una serie di interventi, articolati secondo una specifica metodologia, per la lotta all’alcolismo, una delle più gravi piaghe sociali del paese bielorusso, al punto che più del 90% dei bambini orfani sociali ospiti negli Internat in Bielorussia sono figli di alcolisti.
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Progetto Vacanze Risanamento

Consiste nell’ospitalità che un gruppo di famiglie, costituite in Comitato, offre ad un gruppo di bambini provenienti dalla Bielorussia per un periodo di circa un mese all’anno, durante il quale i bambini potranno, aumentando le loro difese immunitarie, migliorare la loro salute generale e soprattutto sperimentare un’accoglienza affettuosa e solidale.

Si tratta di un gesto di solidarietà concreta ed è alla portata di qualunque famiglia che abbia disponibilità di affetto e tempo da dedicare ai bambini ospitati, di solito tra i 7 e i 12 anni e con problemi fisici o psicologici. Non c’è bisogno di una casa ampia, di grandi disponibilità finanziarie o della conoscenza della lingua.

Per favorire il maggior numero di bambini, che provengono da nuclei familiari o da orfanatrofi, si raccomanda il principio della rotazione: ogni Comitato può ospitare lo stesso gruppo per un numero limitato di anni, per poi offrirsi all’accoglienza di altri bambini.

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Progetto Africa

Da parecchi anni la Fondazione si è attivata anche in Africa, supportando progetti già avviati sul territorio, nel Congo. Ora l’impegno è orientato nella missione di Mowa, dove si tenta di costruire, con l’accordo con i capivillaggio, un’azione tendente ad attivare iniziative di concreta solidarietà in grado di produrre lavoro e superare l’assistenzialismo. La costruzione di una scuola, di un dispensario medico, di un centro di accoglienza per volontari e personale insegnante comincia a dare i primi frutti auspicati.