La prima volta... non si scorda mai!
La prima volta dell'ospitalità verso i bambini bielorussi: per molti è un lontano ricordo, per noi del Comitato di Milano è un'esperienza ancora viva nei nostri occhi e nel nostro cuore, perché risale all'ottobre scorso. 16 bambini dai 7 agli 11 anni, più la maestra e l'accompagnatrice: un piccolo gruppo, proveniente dall'istituto di Zabinka, vicino a Brest, dove si trovano bambini con problemi di vista (in effetti quasi tutti presentavano patologie serie per non parlare di Hanna, dolce e impetuosa nei suoi 9 anni e ormai pressoché non vedente: un vero trauma, almeno all'inizio, per la famiglia ospitante e per tutti noi, che abbiamo scoperto questa situazione al momento dell'atterraggio del volo a Montichiari!). 34 giorni di ospitalità, trascorsi fra attività di scuola, iniziative ricreative e soprattutto molte visite mediche: forse non sarà stato divertente, ma nel nostro caso si può davvero parlare di "vacanza terapeutica; con la preziosa collaborazione delle strutture sanitarie locali abbiamo avviato un monitoraggio sanitario su tutti i bambini che potrà continuare in occasione del loro ritorno il prossimo anno, con un beneficio concreto per la loro salute.
Ma che cosa è rimasto, davvero, in noi di questa esperienza? I nove mesi di "parto" del progetto di ospitalità, dall'idea iniziale di Davide e Cristina alla costituzione del Comitato al mini-percorso formativo ai tanti dubbi (e paure) alla frenesia organizzativa dell'ultimo mese?
Oppure il ricordo dei bambini, con il loro carico di umanità che ha sconvolto per un mese la nostra consolidata organizzazione familiare, impegnandoci nella difficile ma affascinante sfida alla ricerca di nuovi equilibri interni?
O ancora la gioia di aver vissuto un'esperienza di solidarietà concreta, che ci ha messo in gioco come persone, costringendoci a "cambiare vita e non solo ad aprire il portafoglio (scoprendo quanta capacità di bene c'è nelle persone - e anche in noi - una volta che si è spezzata la scorza dura del piccolo egoismo quotidiano)?
Forse ciò che è rimasto di più, di questa esperienza, è la scoperta del gruppo: 16 famiglie, quasi del tutto sconosciute tra loro prima (ah, il virus della metropoli!), hanno saputo creare legami positivi al loro interno, sperimentare il conforto della condivisione, ritrovarsi in sintonia nella realizzazione del progetto di ospitalità. Solo la coesione del gruppo e la sua capacità di generare solidarietà attorno a sé ci hanno consentito di affrontare la grave emergenza di Maksim: 8 anni e una malattia rara che si è manifestata qui in Italia, rendendo necessario il ricovero ospedaliero che dura ormai da 45 giorni (con la speranza che, quando leggerete queste righe, Maksim possa essere di nuovo a casa sua).*
La prima volta...non si scorda mai! Davvero.
Davide Bonetti
5 dicembre 2001
(* Ndr: Maksim è tornato in Bielorussia la vigilia di Natale del 2001, oggi ha 22 anni e sta bene.)
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